IL PRIMO SITO ITALIANO SULLE PIANTE CARNIVORE
A cura di Fabio Bernieri.
 
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GENERE UTRICULARIA
FAMIGLIA: Lentibulariaceae 
GENERE: Utricularia 
ORIGINE: distribuzione mondiale 
IN FOTO: Utricularia longifolia
INTRODUZIONE 
Il genere Utricularia comprende circa 220 specie, diffuse ampiamente in molte parti del mondo, e distinto in tre principali categorie: le specie acquatiche, le specie epifite e le specie terrestri. 
Nonostante il loro aspetto assai poco "carnivoro", sono cosi' abili a cacciare animali che non necessitano di alcun tipo di radici per nutrirsi. Sono piante molto fiorifere ed alcune specie (soprattutto le epifite) possono essere paragonate, per l'eccelente qualita' e durata dei fiori, alle migliori orchidee in coltivazione. 

LA TRAPPOLA 
Le foglie, generalmente divise in sottili lacinie, presentano numerose vescichette trasparenti, ognuna delle quali possiede un trabochetto in grado di aprirsi verso l'interno. 
Quando la trappola e' pronta a funzionare, la vescichetta e' contratta, ma nel momento in cui un micro organismo acquatico le passa accanto toccando uno dei peli sensoriali, la vescichetta si rigonfia improvvisamente. Il trabocchetto si apre sotto la pressione dell'acqua risucchiata all'interno della vescichetta, trascinando con se' la preda. Nel giro di 300 millisecondi dallo stimolo, il trabocchetto si richiude nuovamente. Il volume della vescichetta si riduce gradualmente alla dimensione iniziale, ma per l'organismo racchiuso all' interno non c'e' via di scampo. Spesso e' possibile vedere molti micro organismi imprigionati all'interno di queste vesciche-trabocchetto a ripetizione. 
Non e' ancora noto come funzioni la trappola dell' Utricularia. E' una struttura minuscola non ancora studiata approfonditamente. Si sa comunque che basta una singola stimolazione di contatto per attivare la trappola e che la riattivazione del meccanismo comporta il pompaggio dell'acqua e degli ioni minerali dall'interno all'esterno della vescica. 

LE SPECIE TERRESTRI 
Le specie terrestri di Utricularia vivono principalmente su terreni acidi costituiti da torba e/o sabbia. 
 Il composto ideale per la loro coltivazione e' costituito da 2 parti di torba e 1 parte di sabbia silicea, in vasi non eccessivamente profondi, e costantemente umido. Non necessitano di luce solare diretta, la quale, anzi, potrebbe danneggiare il fogliame. 
 Le specie terrestri sono tendenzialmente minute, molto fiorifere e naturali colonizzatrici. Tendono infatti a formare appariscenti tappeti verdi sormantati dai piccoli e colorati fiori. Quasi tutte le specie sono auto-impollinanti, fatto che permette quindi una rapida estensione della colonia. 

LE SPECIE EPIFITE 
 Le specie epifite di Utricularia sono originarie delle regioni tropicali, dove crescono, come le orchidee, sui grandi alberi delle foreste pluviali. Attecchiscono sugli anfratti ricchi di corteccia in decadimento, detriti e muschio. 
Queste specie sono caratterizzate dai grandi e appariscenti fiori che, per forma e natura, possono essere ragionevolmente comparati con le migliori specie di orchidee. 
 Essendo piante tropicali la loro miglior coltivazione risulta essere quella in terrario o in serra. Apprezzano in modo particolare l'elevata umidita' ambientale e necessitano di luce diffusa (i raggi solari diretti potrebbero danneggiare le piante). Il miglior composto e' costituito da due parti di terriccio per orchidee (frammenti di corteccia), due parti di torba e una parte di sabbia silicea; ma crescono ugualmente bene anche in un composto standard per piante carnivore (formato cioe' da torba e sabbia). 

LE SPECIE ACQUATICHE 
Le specie acquatiche sono originarie prevalentemente delle zono temperate di Europa ed America. 
Sono caratterizzate da lunghi filamenti privi di radici, costellati da foglie divise in sottili lacinie e da numerose vescicole ben visibili anche ad occhio nudo. 
Vivono generalmente a mezz'acqua, senza ancorazione al fondo, mentre, durante il periodo di fioritura, utilizzano le stesse vescicole come un vero e proprio sistema idrostatico per portare la pianta in superficie. 
Si coltivano immerse in vasche per piante acquatiche o in vassoi, con qualche centimetro di torba e almeno due centimetri d'acqua al di sopra.

 
Gentilmente ospitato da:
Universita' degli Studi di Pisa
 
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