FAMIGLIA:
Lentibulariaceae
GENERE: Utricularia
ORIGINE: distribuzione mondiale
IN FOTO: Utricularia longifolia |
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INTRODUZIONE
Il genere Utricularia comprende circa 220 specie, diffuse ampiamente
in molte parti del mondo, e distinto in tre principali categorie: le specie
acquatiche, le specie epifite e le specie terrestri.
Nonostante il loro aspetto assai poco "carnivoro", sono cosi' abili
a cacciare animali che non necessitano di alcun tipo di radici per nutrirsi.
Sono piante molto fiorifere ed alcune specie (soprattutto le epifite) possono
essere paragonate, per l'eccelente qualita' e durata dei fiori, alle migliori
orchidee in coltivazione.
LA TRAPPOLA
Le foglie, generalmente divise in sottili lacinie, presentano numerose
vescichette trasparenti, ognuna delle quali possiede un trabochetto in
grado di aprirsi verso l'interno.
Quando la trappola e' pronta a funzionare, la vescichetta e' contratta,
ma nel momento in cui un micro organismo acquatico le passa accanto toccando
uno dei peli sensoriali, la vescichetta si rigonfia improvvisamente. Il
trabocchetto si apre sotto la pressione dell'acqua risucchiata all'interno
della vescichetta, trascinando con se' la preda. Nel giro di 300 millisecondi
dallo stimolo, il trabocchetto si richiude nuovamente. Il volume della
vescichetta si riduce gradualmente alla dimensione iniziale, ma per l'organismo
racchiuso all' interno non c'e' via di scampo. Spesso e' possibile vedere
molti micro organismi imprigionati all'interno di queste vesciche-trabocchetto
a ripetizione.
Non e' ancora noto come funzioni la trappola dell' Utricularia. E'
una struttura minuscola non ancora studiata approfonditamente. Si sa comunque
che basta una singola stimolazione di contatto per attivare la trappola
e che la riattivazione del meccanismo comporta il pompaggio dell'acqua
e degli ioni minerali dall'interno all'esterno della vescica.
LE SPECIE TERRESTRI
Le specie terrestri di Utricularia vivono principalmente su terreni
acidi costituiti da torba e/o sabbia.
Il composto ideale per la loro coltivazione e' costituito da
2 parti di torba e 1 parte di sabbia silicea, in vasi non eccessivamente
profondi, e costantemente umido. Non necessitano di luce solare diretta,
la quale, anzi, potrebbe danneggiare il fogliame.
Le specie terrestri sono tendenzialmente minute, molto fiorifere
e naturali colonizzatrici. Tendono infatti a formare appariscenti tappeti
verdi sormantati dai piccoli e colorati fiori. Quasi tutte le specie sono
auto-impollinanti, fatto che permette quindi una rapida estensione della
colonia.
LE SPECIE EPIFITE
Le specie epifite di Utricularia sono originarie delle regioni
tropicali, dove crescono, come le orchidee, sui grandi alberi delle foreste
pluviali. Attecchiscono sugli anfratti ricchi di corteccia in decadimento,
detriti e muschio.
Queste specie sono caratterizzate dai grandi e appariscenti fiori che,
per forma e natura, possono essere ragionevolmente comparati con le migliori
specie di orchidee.
Essendo piante tropicali la loro miglior coltivazione risulta
essere quella in terrario o in serra. Apprezzano in modo particolare l'elevata
umidita' ambientale e necessitano di luce diffusa (i raggi solari diretti
potrebbero danneggiare le piante). Il miglior composto e' costituito da
due parti di terriccio per orchidee (frammenti di corteccia), due parti
di torba e una parte di sabbia silicea; ma crescono ugualmente bene anche
in un composto standard per piante carnivore (formato cioe' da torba e
sabbia).
LE SPECIE ACQUATICHE
Le specie acquatiche sono originarie prevalentemente delle zono temperate
di Europa ed America.
Sono caratterizzate da lunghi filamenti privi di radici, costellati
da foglie divise in sottili lacinie e da numerose vescicole ben visibili
anche ad occhio nudo.
Vivono generalmente a mezz'acqua, senza ancorazione al fondo, mentre,
durante il periodo di fioritura, utilizzano le stesse vescicole come un
vero e proprio sistema idrostatico per portare la pianta in superficie.
Si coltivano immerse in vasche per piante acquatiche o in vassoi, con
qualche centimetro di torba e almeno due centimetri d'acqua al di sopra. |