di Furio Ersetti
Sarracenia flava è una specie d’aspetto piuttosto variabile.
Questo fenomeno, chiamato polimorfismo, è in realtà comune
ad altre specie appartenenti al genere. La mancanza di omogeneità
che si riscontra potrebbe avere questa spiegazione: l’impollinazione delle
Sarracenie è affidata in natura all’azione dei bombi, i quali, essendo
incapaci di coprire lunghe distanze, favoriscono, di fatto, l’isolamento
degli habitat di queste piante, costringendole ad un cammino evolutivo
autonomo; prova ne sia che negli ambienti naturali ove sono presenti due
forme distinte di Sarracenia flava, si segnalino inevitabilmente
anche delle forme intermedie tra le due, dovute appunto all’attività
di impollinazione incrociata ad opera degli insetti.
Di Sarracenia flava sono state identificate e descritte sei varianti,
con diversa colorazione degli ascidi, tutte esistenti in natura ed in coltivazione;
queste diversità, facilmente riconoscibili e geneticamente costanti
(vale a dire non dovute a particolari situazioni ambientali), non sono
tuttavia considerate, dal punto di vista botanico, sufficienti per legittimare
la costituzione di nuove specie o sottospecie aventi diritto all’assegnazione
del nome scientifico. Questo però non diminuisce l’interesse che
le diverse forme che le si attribuiscono suscitano nei collezionisti e
negli studiosi di flora spontanea.
Di queste sei varianti, la più diffusa, e considerata anche perciò
forma tipica, presenta ascidi di colore giallo-verde, senza venature. Il
fattore distintivo è dato da una notevole macchia di pigmento marrone-rossiccio
situata nella gola dell’ascidio, ossia nella parte interna a colonna che
unisce il tubo all’opercolo. Questa piante è conosciuta anche con
il nome di “Sarracenia flava var. Rugelli”.
Un’altra verietà – sicuramente più rara – si distingue
per la pigmentazione rosso scuro che ricopre la superficie dell’intera
pianta, non solo esternamente, ma anche all’interno degli ascidi. Questa
splendida forma è chiamata dai collezionisti “Sarracenia flava
all red”.
Un terza variante, che si può considerare l’antitesi della precedente,
è caratterizzata dall’assoluta mancanza di pigmenti rossi: si presenta
perciò con il colore verde-giallo uniformemente distribuito (particolarità
che si riscontra anche in alcune forme appartenenti ad altre specie di
Sarracenia) ed è conosciuta con il nome di “Sarracenia flava
all green”. La straordinaria, e molto ambita dai collezionisti, heavily
veined form, si contraddistingue invece per un appariscente reticolo
di venature rosse che s’irradiano dalla gola dell’ascidio e ne ricoprono
l’intera superficie, compresa la parte interna all’opercolo. La quinta
varietà ha un più moderato reticolo di striature, che confluiscono
nella macchia di pigmento localizzata nella gola dell’ascidio, ma la caratteristica
principale è data dalla soffusa pigmentazione color rame, che copre
la parte superiore dell’opercolo e si estende alla superficie esterna dell’ascidio
per circa un quarto della sua altezza. Questa pianta, attualmente ancora
poco comune in coltivazione, è definita copper lid form.
L’ultima delle sei forme riconosciute di Sarracenia flava può
essere considerata, per il notevole contrasto cromatico che presenta, una
tra le più attraenti della specie. L’esterno degli ascidi è
di colore rosso scuro – violaceo, la parte interna e l’opercolo sono invece
verdi, con venature rosse molto marcate. E’ solitamente conosciuta con
il nome d’origine orticola red burgundy.
Va detto che le caratteristiche delle sei varianti descritte si mantengono
tali solo in piante correttamente coltivate e con forte intensità
di luce, altrimenti, in condizioni di scarsa luminosità, venendo
inibita la produzione di pigmenti, anche le red form assumerebbero un indifferenziato
colore verde. La forma all green, anche se coltivata in piena esposizione
solare, rimarrà verde, non possedendo nel proprio patrimonio genetico
la facoltà di produrre pigmenti di contrasto.
Tutte le altre forma di Sarracenia flava, esistenti in natura
e in coltivazione, che non presentino gli esatti caratteri tipici descritti,
ma abbiano degli aspetti intermedi, si dovrebbero considerare ibridi, naturali
od orticoli, delle sei forme accettate botanicamente come pure o geneticamente
stabili.
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