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ADATTAMENTI AMBIENTALI NELLA COLTIVAZIONE DELLE DROSERE
di Gianni Benetti

La molteplicità degli ambienti in cui le Drosere crescono rende la coltivazione di questa pianta assai impegnativa e con risultati non sempre garantiti.
Chi vuole cimentarsi nella collezione di questo genere di piante carnivore dovrà pertanto mettere tutto il suo impegno per ricreare le condizioni ambientali della zona di provenienza e, armato di tanta pazienza, dovrà rispettare i ritmi e i tempi imposti dalla biologia di ciascuna specie.

Fra le Drosere delle regioni temperate dell’Europa e del Nord America, Drosera intermedia, rotundifolia e anglica richiedono le maggiori attenzioni sia per la germinazione che per il successivo sviluppo. Trattasi come è noto di specie soggette a dormienza invernale mediante una gemma che prende a formarsi fin dall’autunno e andranno pertanto tenute ad una temperatura vicina a 0 oC per almeno quattro mesi.
Uguale trattamento richiedono i semi di queste specie che andranno posti a dimora in autunno e mantenuti alla temperatura dell’ambiente esterno per tutto l’inverno; la germinazione avverrà durante il mese d’aprile.
Nel periodo vegetativo queste Drosere richiedono intensa illuminazione, tuttavia le alte temperature cui si arriverebbe soprattutto nelle località di pianura consigliamo di riparare le colture in ambienti freschi anche se parzialmente ombreggiati e comunque utilizzare ampi substrati di sfagno vivo sempre zuppo d’acqua.

Se le specie temperate del Sud-est americano e parte di quelle sudafricane (Drosera aliciae, capillaris, brevifolia, burkeana) non danno particolari problemi nella coltivazione, le Drosere temperate brasiliane sembrano presentare difficoltà maggiori; ciò probabilmente spiega anche la loro minor diffusione nelle collezioni.
Drosera montana, graminifolia e villosa sono risultate lente nella germinazione e più ancora nella crescita. Il trapianto delle pianticelle è poi apparso assolutamente non tollerato e ha determinato la morte degli individui.

Fra le specie sudafricane comunque è bene tenere presente che, accanto a Drosere ben adattabili quali Drosera venusta, admirabilis e madascariensis, ve ne sono altre davvero problematiche nella germinazione e quanto mai lente nell’accrescimento. Drosera pauciflora e cistiflora per germinare attendono infatti uno scarto consistente fra le temperature diurne e quelle notturne (da 10 a 20 oC); condizioni idonee alla germinazione si sono registrate ad esempio in serra riscaldata all’inizio della stagione invernale.

L’abilità del collezionista di Drosere si manifesta però con le specie tropicali australiane. Se si ha fortuna di ottenere semi abbastanza freschi, Drosera falconeri, petiolaris, ordensis e lanata andranno seminate su torba e perlite nel pieno dell’estate in ambiente molto caldo (almeno 25 oC) e umido. L’importazione di piante adulte dà risultati molto più rapidi ma comporta probabilmente qualche danno alle specie per la raccolta in natura; l’attecchimento richiede comunque l’impiego di un terrario ad elevate temperature ambientali.

Le Drosere tuberose delle regioni aride australiane sono un’ulteriore scommessa per il collezionista. Personalmente non mi convincono i testi che raccomandano di lasciare asciugare completamente i vasi non appena le piante danno segni di quiescienza. Se il substrato si asciuga troppo rapidamente il nuovo tubero non ha il tempo di svilupparsi a sufficienza e finisce per seccarsi se il terreno si disidrata completamente.
Poiché occorre più di una stagione vegetativa affinché il ciclo di queste piante introdotte mediante tuberi si adegui alle nostre stagioni, sarà prudente far sviluppare le Drosere in ambiente quanto più fresco possibile e al tempo stesso luminoso durante l’estate. Il successivo riposo dovrà avvenire in luogo altrettanto fresco e tale da consentire al substrato di asciugarsi gradualmente.

Da ultimo le Drosere pigmee riprodotte da gemme hanno una crescita abbastanza rapida e arrivano alla fioritura nel giro di pochi mesi. La fase più critica sembra essere piuttosto l’introduzione delle piante dall’Australia. Piante importate al momento della formazione delle gemme possono soffrire per l’eccessiva temperatura estiva; stesse difficoltà incontrano le gemme provenienti dal paese d’origine. La tenuta di questi propaguli è in genere abbastanza buona, ma di certo la nuova piantina non deve trovarsi tanto bene se, dopo aver prodotto due o tre foglie, si rifugia in una gemma per superare un’estate tanto precoce quanto inattesa.
Ad ogni modo questo sarà l’ultimo stress e con l’autunno le pigmee entreranno nel regolare ritmo di crescita.

 
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