Drosera rotundifolia di Roberto Espen

La drosera rotundifolia è una delle piante carnivore che preferisco.
Si tratta di una pianta abbastanza diffusa, semplice da coltivare (avendo le adeguate attenzioni) e in Italia è abbastanza comune.
La prima in natura l'ho vista in Toscana, poi sull'appennino parmense e, fatta esperienza, l'ho trovata nelle zone umide bresciane. In Toscana e sull'appennino penso siano rare, ma nelle alpi sono più frequenti.
Sono piante da torbiera, per cui le trovi in "santuari" incantati ed in evoluzione, distanti fra loro e nascosti nei boschi.
Alcuni luoghi dove le ho incontrate sono davvero fuori dal tempo, e non potrebbe essere altrimenti.
La fragilità di questi piccolissimi ecosistemi è la minaccia che incombe su queste piante.
In molte occasioni ho sentito parlare di case popolari costruite su torbiere a Milano o mobilifici costruiti su luoghi carnivori ad Udine.
Non volevo crederci... Poi ho visto al Passo del Tonale, fra la Lombardia ed il Trentino Alto Adige, fare un parcheggio per la cabinovia ricoprendo con del terreno una torbiera grande quanto o più di un campo di calcio, zeppa di drosere e animali e piante anche più rari. E lì siamo in una zona impervia, dove per 6/8 mesi all'anno c'è solo neve...


 
Torbiera di passo del Tonale
La zona umida del Passo del Tonale, più di 1800 metri sul livello del mare.
Una torbiera con annesso albergo e parcheggio camper...
Io e Ambra, il mio setter irlandese in piena Torbiera del Tonale
Io e Ambra eravamo davvero impazziti! Camminavamo su sfagno rosso e drosere rotundifolie, con rigagnoli d'acqua prodotti dallo scioglimento della neve tutti intorno e polle d'acqua nei buchi delle granate della grande guerra. Ogni tanto un biscio ci attraversava la strada o un passo finiva in fallo e si sprofondava. Quelle che erano zone da evitare fino a qualche mese fa, ora sono le mie preferite... come è strana la vita.

 
 
Le torbiere o le zone umide sono le zone più schifate dalla gente comune. E' davvero una dannazione!
La drosera rotundifolia è una piccola pianta che vive in competizione con lo sfagno, che tenta di sommergerla in ogni modo.
Esteriormente ricorda una drosera pigmea, specie le piantine che si trovano in quota, di solito rossissime e appoggiate sullo sfagno reso anch'esso rosso probabilmente dalle radiazioni solari.
Reputo che tale piantina mantenga nella sua struttura la magnificenza e le singolarità di una pianta predatrice: forma evoluta, con trappole ben distinte e specializzate. Come tutte le drosere ha nelle gocce sulle foglie il suo punto di forza, sia nei confronti degli insetti che nei confronti degli uomini. Il portamento è elegante e delicato. Un gioiello.
Foto di un clone della CRESCO di Paolo Casanova. In questo caso si tratta di un esemplare ottimo, con foglie molto allungate. Notate lo sfagno abbondante alla base.


La varietà corsica

Ho trovato la varietà corsica sull'appennino parmigiano, lontana da dove era stata segnalata. Questa varietà di drosera ha la caratteristica di sviluppare foglie anche sullo stelo del fiore. Due le possibili risposte: o la piantina non è situata solo dove è stata segnalata, o non esiste una varietà corsica, quanto un fenomeno saltuario (che riscontriamo anche nelle cugine dionee) di nascita di plantule sullo stelo del fiore, quasi come fossero degli stoloni.
Sinceramente propendo per la prima soluzione, cioè la possibile esistenza in altri luoghi di questa varietà, in quanto si tratta di foglie, e non di piantine. Comunque si dovrà discutere su questa situazione. Allego le foto della pianta da me trovata sull'appennino, in compagnia dell'amico Paolo Casanova.

Drosera corsica: notate la trappola sul fioreSulla sinistra, come una manina, appare la trappolina, anzi, se notate bene, ve ne è un'altra rivolta verso il basso


Una stupenda foto della Drosera rotundifolia corsica. La mano è la mia :-), mentre la foto è di Paolo Casanova.

Cliccandoci sopra si ingrandisce e si possono notare perfettamente le trappole.drosera rotundifolia corsica - foto Casanova
















Coltivazione
Bisogna assolutamente utilizzare i cloni in commercio o i semi. Lasciate stare le piante in natura: camperanno con difficoltà, specialmente se le avete trovate in quota.
In natura crescono dove c'è sfagno, proprio sulla somma del cuscino. Spesso sotto c'è acqua povera di minerali. In quota è acqua fredda e ottenuta da scioglimento della neve. In ogni caso lo sfagno la trasforma e la fa diventare acqua acida.
Propongo di coltivare le piante su cuscini  di sfagno, come in natura: in un vaso mettete un miscuglio standard di metà torba bionda di sfagno acida e metà sabbia di quarzo. Riempite il vaso solo a metà. sopra metteteci sfagno vivo. Fate crescere il tutto un po'. A questo punto è pronto un habitat da drosera rotundifolia. Seminate o piantateci le piantine all'inizio della stagione. Date da bere in modo da mantenere lo sfagno sempre umido.
Queste piante abbisognano di tanto sole: lasciatele in piena esposizione con abbondante acqua (sfagno sempre turgido).
Risultati assicurati!

Fioritura
Da maggio in poi le piante produrranno foglie e fiori. Uno scapo scorpioide di 5 centimetri si allungherà dalla rosetta di foglie e si faranno piccoli fiori bianchi che fioriranno in sequenza. I fiori sono autoimpollinanti e produrranno semi per l'anno successivo.
Tagliate lo stelo dopo la fioritura dell'ultimo fiore e lasciate seccare. I semini saranno minuscoli e saranno pronti per la semina.

Riposo invernale
Questa pianta sta bene all'aperto, sotto la neve e alle intemperie. Lasciatela semplicemente fuori. La pianta si ridurrà fino a diventare una specie di ibernacolo, con le foglie tutte raggruppate. Non date da bere, tanto al freddo non serve. Aspettate pazienti.
Se siete in Pianura Padana, verso fine marzo (ultime gelate notturne), inizi di aprile (verso Pasqua insomma), la pianta si riattiverà rigogliosa.